Paolo Villaggio è uno scrittore, attore e regista italiano. Nasce a Genova il 28 luglio 1932. Si diploma al liceo classico e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, ma lascia gli studi per dedicarsi al teatro. Recita in teatro e in tv, e nel 1961 esordisce come scrittore con il romanzo Fantozzi.
Citazioni di Paolo Villaggio
- La nostra cultura non ha ancora accettato una cultura inferiore come quella che viene dall'Africa. Non è il colore della pelle, è la differenza culturale. Indubbiamente non è confrontabile con la grande cultura europea. [...] Noi buonisti, noi europei, noi sacerdoti, noi santi... tutti abbiamo sempre finto di essere più buoni di quello che in realtà siamo. [...] I rapporti con la gente di colore oggi, tranne forse con Obama, sono ancora improntati a una leggera ipocrisia.
- Voi giovani avete il vizio in questo momento di dire che siete infelici, che avete paura del futuro, che la colpa è di questo o di quello… ed incolpate soprattutto la nostra generazione, i ladri, i politici... no, non è vero, voi siete anche in colpa, credetemi. La mia generazione!! Quando è finita la guerra, il paese era completamente distrutto, non c'erano né strade, né autostrade, né ponti, né ospedali, non c'era un cazzo, c'erano solo delle chiese. Dopo finita una tragedia orrenda come la guerra non c'era più un cacchio, niente, niente!! In quindici anni noi, in Italia, siamo diventati il quarto paese industrializzato della Terra. In soli quindici anni! Oooh! Allora io vi prego, ragazzi, la colpa è vostra. Questo continuo lamentio!! Io comincio a pensare che siamo più felici noi da vecchi, che voi da giovani. Pensate, è una cosa incredibile!
- Fantozzi di allora era un miserabile felice, almeno lui aveva un posto fisso.
- È un'anomalia genetica che va compresa fino in fondo [...] È un incidente, se si ha veramente amore per il prossimo bisogna avere comprensione per una deviazione che non è desiderata. (a proposito dell'omosessualità)
- Silvio Berlusconi mi ha detto che sono un grande comico. Gli sono molto grato: per questo e per aver perso le ultime elezioni.